So bbenuti l’americani…ma pure li giapponesi

La premessa… anzi due, non scrivo, anzi non pubblico nulla da un sacco di tempo. Voglia poca, sui  nerazzurri stendiamo un pietoso velo e in attesa che mi facciano tornare “l’Interite” con qualche buon risultato, neanche mi va di curare la rubrica libri e vini del mese. Comunque ce ne  sono abbastanza per aumentare la miopia o per prendersi la cirrosi,  se si vuole consultarli.

Avrei delle cose pronte per i racconti apocrifi scritti tanto tempo addietro, da sistemare ma pure quel discorso mi affatica. Insomma non ho voglia di fare una beneamata mazza. Scrivere, signori miei e` difficile e lavorare stanca (cit.).

Pero`,questa e` la seconda premessa, quando la mia collega nonche` scrittrice vera e pure editrice Cristina Lattaro mi ha chiesto di scrivere una breve testimonianza sull’azienda in cui abbiamo entrambi lavorato, perche` a Rieti si sarebbe tenuta una celebrazione della stessa di li a poco, non ho potuto esimermi. Troppo importante quel pezzo, quel lembo della mia vita interconnesso, abbarbicato alla Texas Instruments. Molto di cio` che sono oggi, non manchero` mai di ripeterlo, lo debbo a quel periodo e a quell’epopea. 

Dunque, trovandomi la pappa pronta e ad avvenuta celebrazione, mi son detto, perche` non pubblicarlo su questo mio Blog inaridito dall’accidia? Buona lettura, soprattutto a coloro che magari si imbatteranno in questa storia e vi si riconosceranno, per  averla in tutto o in parte vissuta con me o come me.

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La mia esperienza con Texas Instruments e` piu` recente di quella di altri ex Tiers Italiani (cosi` si chiamano i dipendenti della compagnia). Non ho lavorato a Rieti, sono stato assunto direttamente nel 1990 per il sito di Avezzano, all’epoca punta di diamante della produzione di memorie DRAM in Europa.

E, sono stato un Tier sino al 1998, anno in cui la compagnia si e` disimpegnata dalla produzione di memorie e ha ceduto l’intera divisione, incluso il sito di Avezzano, alla Micron.

Aneddoti e storie, ce ne sono tanti. Parto dalla conclusione di un’esperienza per me incredibilmente formativa durata otto anni. Si, il primo ricordo e` quello del giorno del distacco, quando ufficialmente ci venne detto che saremmo passati a Micron. Certo, voci e rumors negli anni, di una possibile cessione, si erano rincorsi sistematicamente e altrettanto sistematicamente venivano bollati come bufale. Stavolta pero` era vero, maledettamente vero.

Un certo giorno venimmo tutti convocati in “cafeteria” (ovvero i locali della mensa), l’allora amministratore Marcucci ci diede la notizia: “ci ha comprato Micron ed e` la migliore cosa che potesse capitarci”… piu` o meno disse cosi`.

Si levo` istintivamente e simultaneamente tra gli astanti un brusio: “Micron? Ecchicazz e` Micron?”

Capito? Questo era il sentimento del Tier “quadratico medio”. Pochi conoscevano la nuova compagnia, al punto a riunione finita di andare immediatamente sul web per documentarsi, subito realizzando che si usciva in quel momento da un impero, la Texas, storica azienda radicata in Italia da oltre un trentennio, per entrare in una compagnia allora “all american” (noi il primo vero insediamento al di fuori degli USA) e perdipiu` con il quartier generale a Boise Idaho, nord ovest del paese con poca o zero cultura di multinazionale.  “Voglio vedere la frontiera prima che sia troppo tardi” (cit. Balla coi lupi). Noi forse quella frontiera in quel momento non avremmo voluto esplorarla.

Poi e` andata bene anche con Micron ma al momento la sensazione netta di aver perso tantissimo e di un’epoca d’oro che terminava era il sentimento dominante. O almeno, era il mio.

Mi spiego meglio: La Texas per noi ragazzotti di una provincia assonnata e noiosa, non esattamente la terra delle grandi opportunita`, ha rappresentato la possibilita` di crescere e imparare, talvolta di viaggiare, conoscere altre culture.

TI, l’acronimo veniva parafrasato nel mercato da altre compagnie come “Training Institution”, intendendo cosi` un’azienda che quasi a fondo perduto investiva sulla formazione e sviluppo delle persone che poi facevano la loro fortuna all’interno o diventavano molto appetibili sul mercato andando a fare la differenza in altre aziende, portando con se tutte le conoscenze e le esperienze maturate.

Conoscenze e esperienze, per persone come me che da appena assunte non sapevano nulla e venivano catapultate in una realta`, una modernita` sino ad allora neanche sognata.

E melting pot, perche` se come dicono a Rieti “so bbenuti l’americani” da noi arrivarono pure in grande numero i giapponesi, chi li aveva mai visti sino ad allora se non in qualche film di Kurosawa? E, neanche molti di loro avevano mai messo il becco fuori dal loro paese, ancora all’inizio degli anni 90 ma Avezzano nacque come copia conforme dello stabilimento di Miho, cosi` eccoli qui.

Molte delle storie piu` gustose riguardano il mio rapporto con i giapponesi che personalmente adoro, come adoravo la sensazione di esser stato proiettato in un “Manga” perpetuo, con personaggi che sembravano usciti dalla tradizione fumettistica nipponica. Il rapporto con loro, nostri maestri di allora, ci cambio` e apri` a un mondo lontanissimo. Ad onor del vero, anche loro ne uscirono cambiati e non sempre in meglio.

Ad esempio ne ricordo uno piuttosto giovane che lavorava nella mia stessa area e andava in giro in Clean Room canticchiando il gingle di Colpo Grosso, un programma di quegli anni, un gioco a quiz pruriginoso presentato da Umberto Smaila popolato da ragazze procaci e decisamente poco vestite. Una roba che pure la censura giapponese odierna non avrebbe mai permesso, immaginate che impatto poteva avere su un ragazzo proveniente da un’altra galassia. Dicevo, questo andava in giro canticchiando allegramente il motivetto che emesso da lui grosso modo suonava cosi`: “Colpo Glosso! Liccoplimi di Baci…Blinda alla foltuna festeeggia con meee!”  ovviamente con debita sostituzione R con L che proprio (anzi ploplio) non riusciva a pronunciare.

Noi morivamo dal ridere. In ogni caso, voglio sottolineare che arrivarono persone di gran competenza come il mio primo Sensei. Shock culturale vicendevole e contaminazione continua. Uno Yoshiaki parlava, caso raro, un buon inglese, persona di grande profondita`, cultura e sensibilita`. Appassionato di Storia e di arte, mi aspettava all’ingresso dello stabilimento tutte le mattine alle otto ed entravamo insieme, trascorrendo ore infinite a lavorare e nel frattempo a confrontarci. Lui proveniente dalla patria degli elettrodomestici avanzati, all’epoca in Giappone non era cosi` infrequente, non possedeva un televisore e lo vedeva come oggetto infernale che avrebbe distolto l’attenzione della famiglia dal confronto, dalla conversazione, dal curarsi l’uno dell’altro.

Una volta ripartito, mi scrisse dopo qualche tempo relazionandomi: “ora grazie a te oltre alla macchina del caffe` che mi hai regalato, possiedo un televisore, videoregistratore e stereo”. La sua vita insomma per colpa mia, non sarebbe stata piu` la stessa.

Potrei raccontare dell’altro personaggio che ogni giorno alla stessa ora passava trai banchi di lavoro in Clean Room strillando con voce alla Barry White (con gli occhi a mandorla) “Housekeeping” facendo sobbalzare tutti quanti e invitando a rispettare il rito della pulizia giornaliera della propria postazione, mentre una musica d’ambiente si spandeva ovunque. Dovevi mollare qualsiasi cosa stessi facendo e metterti a pulire sino al termine della musica, non c’erano santi e questo qui passava e ripassava a controllare e ti gracchiava vicino “Housekeeping”. Il senso della disciplina, della perfetta routine e dell’ordine, una cosa di cui solo tempo dopo ho compreso il significato.

Ma i giapponesi non erano solo ordine, pragmatismo e disciplina…C’era una macchina in produzione che non ne voleva sapere di andare, senza apparenti spiegazioni tecniche, o razionali. Un classico caso di “ghost in the machine”. Un bel giorno passo vicino a quest’oggetto posseduto dal demonio e vedo che funziona a pieno regime. Noto inoltre un foglietto scritto in ideogrammi, una specie di preghiera shintoista. Faccio per rimuoverlo perche` comunque questo pezzo di carta li non poteva starci e vengo bloccato dall’operatore addetto alla macchina: “Fermo fermo per carita` non toccarlo. Lo ha messo Morinaga San e da quel momento questa funziona e non si rompe piu`”. Il Giappone e i giapponesi, sospesi tra pragmatismo e spiritualita`, un po’ come noi italiani, “non e` vero ma ci credo” diceva Eduardo.

E ancora, un paese in bilico tra tradizione e modernita`, come verificai quando finalmente andai a Tokyo per vedere dei fornitori. Capitava di girare in alcune strade come Ginza e se non fosse stato per gli occhi a mandorla delle persone scambiarla per una strada di una metropoli americana, girare l’angolo e trovarsi di fronte un tempietto con giardino Zen o una casa tradizionale con il laghetto delle carpe.

Ricordo quando venni scortato dai miei gentilissimi accompagnatori a visitare un produttore di alcune parti di ricambio che si fabbricavano solo in Giappone, poco piu` che delle guarnizioni, costosissime. Mi portarono in un quartiere che sembrava residenziale di casette minuscole, una attaccata all’altra. Bussano alla porta di una casa, si scende in una specie di scantinato dove in pratica mi trovo di fronte al grande produttore: un piccoletto di eta` impredicibile che ricorda tanto quello che fabbricava gli occhi dei replicanti in Blade Runner. Se non l’avessi visto non avrei potuto crederci, noi compravamo e importavamo in Italia dei pezzi prodotti manualmente da questo signore in modo semi-artigianale, nello scantinato e semplicemente sotto una comune cappa da laboratorio.

E che dire delle surreali riunioni in sale aziendali nipponiche, come quella al cospetto di un boss supremo seduto all’altro capo di un tavolo infinito e circondato dai suoi collaboratori, i piu` vicini a lui per ordine di grado e importanza. Ogni posto a quel tavolo corredato da posacenere e fiammiferi. Si poteva fumare! Anzi ricordo l’apprezzamento e gli “ohhh” di stupore quando per mettermi allo stesso livello io che fumavo come una ciminiera estrassi dalla giacca il pacchetto di Marlboro rosse. La conversazione e il meeting si snodavano cosi`: Io parlavo o il boss parlava, uno dei suoi vice traduceva in mia o sua direzione. Due ore di riunione e specifiche complesse con il capo che non mi rivolse mai direttamente la parola. Salvo scoprire poi la sera a cena dopo un numero indeterminato di Sake che quello l’inglese lo parlava eccome ma la forma aveva un senso quanto la sostanza, e mi stava mettendo alla prova, non fidandosi di un Gaijigin sotto i trent’anni che rappresentava un’azienda tra l’altro americana. Secondo lui andavamo (mi disse) in Giappone per attentare alle virtu` delle loro donne e lui aveva due figlie femmine…la paura e il diffidare dei diavoli bianchi occidentali, forse ancora retaggio di Enola Gay…

Senza TI non avrei mai avuto accesso a tutto un universo e ne avrei tantissime da raccontare, la finisco qui, riavvolgendo il nastro dei ricordi sino a quel fatidico giorno dell’assunzione, quando per andare a Citta` Ducale in una giornata di pieno inverno sbagliai strada e finii su un cucuzzolo innevato. Dovetti scendere a spingere la macchina che si era impantanata non andando piu` ne su ne giu`. Mi presentai cosi` inzaccherato e infangato a firmare il contratto pensando “se questi sono i presupposti non durero` piu` di una settimana”… E` durata otto anni e per quel che mi riguarda ancora dura e ci sara` per sempre.

Grazie TI!

Avezzano, Maggio 2017

Storie di ordinario Interismo

mauro

Come sapete la rubrica settimanale con pagelle incorporate e` chiusa, a mio giudizio per aver fatto il suo tempo e perche` non mi dava piu` nessuna soddisfazione, semmai stizza nel compilarla. Anche per uno come me trovare nuovi aggettivi, per giunta il piu` delle volte al ribasso e dispregiativi, risultava un esercizio arduo e sempre meno gratificante.

Qualcosa pero` alla luce degli ultimi fatti “Icardeschi”  la vorrei scrivere, cercando di essere succinto e compendioso, come diceva la mia professoressa di italiano delle medie, trovando le mie composizioni un po’ retoriche e floreali, nonche` prolisse.

Qui di floreale non c’e` un bel niente, a sentire la curva, questo agglomerato, magma non meglio identificato di bipedi a basso contenuto di sinapsi ma a quanto pare orgogliosi e picareschi. Eh si perche` se Ronaldo e` un uomo di merda per aver cambiato maglia e Ibra pure ha qualcosa a che fare con le feci per taluni atteggiamenti, oggi e` il turno di Icardi ad essere un vile e qualcosa d’altro. Siamo dunque una squadra, una societa` e una tifoseria con il vizio della coprofilia,  facciamocene una ragione.

Liquidiamo subito la vicenda del ragazzino, Icardi che forse non era la migliore delle scelte in quanto per l’appunto imberbe ad assumersi la responsabilita`, o meglio a fargliela assumere, di essere il capitano della piu` pazza squadra del pianeta che riesce sempre a farsi male da sola. Ma d’altra parte dove sarebbe, chi sarebbe stato l’alternativa? Si e` scelto quantomeno quello con piu` talento calcistico.

Il giovanotto e` mal consigliato evidentemente e non brilla per arguzia nel non capire che un episodio come quello narrato in quel libercolo, scritto da un agiografo di sicuro, descritto in quei termini, avrebbe urtato la sensibilita` di qualche esimio personaggio che nulla di meglio ha da fare che passare la vita a seguire l’Inter e magari  trovarci un tornaconto, non sempre per passione,  negli intervalli in cui qualcuno di questi non si occupi di altre faccende o non faccia dentro e fuori dal gabbio.

Era chiaro che sarebbe successo un putiferio, bastava cambiare un poco la prosa, invece di far scoppiare un’inutile bomba, perche` il fatto io lo ricordo e la ragione allora stava tutta dalla parte di Icardi, unico a salvarsi e in goal riaprendo quella partita non appena entrato in campo.

Il giovanotto a fine di quel match ha il coraggio o l’incoscienza di presentarsi nello spicchio di stadio dove sono assiepati gli “Interisti” e cerca di dare a qualcuno la maglia quando spunta un energumeno piu` largo che lungo e gliela tira indietro con corredo di insulti. Il ragazzo reagisce e viene poi portato via prima che succeda Il peggio.

La storia e` piena di episodi particolari, come ad esempio la mossa di karate di Cantona nei confronti di un fesso che continuava a smerdarlo, tanto per tornare in tema. Sbagliato? Si ma anche umano come Ibra che quella stessa curva manda a cagare (aridagli…) dopo che gli han detto di tutto e lui vince come spesso capitava una partita da solo.

Parliamo anche perche` ci sta, di una quarantina di questi barbari che aspettano Icardi (40 contro uno alla faccia del vile) sotto casa sua o continuano a imporre le loro regole a una societa` assente e mal rappresentata, come qualche anno fa` quando bloccarono il pulman della squadra e salirono distribuendo minacce e sberle in giro. Questa e` criminalita` organizzata e come tale andrebbe trattata ma pare non accada.

La cosa piu` allucinante e` che tra l’altro si ergono a rappresentanza in poche centinaia di una tifoseria mondiale di miloni di persone, quando invece come comprovato dal diverso atteggiamento di ieri di altri settori dello stadio, o da quello che leggo in giro, sono una sparuta minoranza.

E ci tocca sentire da parte di organi della societa`, inutili come Zanetti che starebbe da quelle parti proprio per influenzare i calciatori e la tifoseria, se avesse la capacita` e il carisma che non ha mai avuto, nelle direzioni appropriate, dichiarazioni grottesche di punizioni per il calciatore Icardi che ha sbagliato.

Ha sbagliato si, ma di sbattere fuori dallo stadio e togliere da intorno all’Inter certa gente quando ce ne occupiamo?  Per finire con Zanetti, a buon calciatore, perche` di piu` non e` stato, non corrisponde sempre buon dirigente, anzi. Non penso che costui possa diventare il Kalle Rummenigge di turno e dunque se non fa neanche la sua parte come esempio per i  giocatori, tra l’altro in questo caso un compratriota, cosa ci sta a fare?

Ausilio, ottimo uomo mercato, non e` quella figura di dirigente che servirebbe e per il resto, non mi pare di osservare la presenza di un codice comportamentale, di regole condivise da parte del gruppo, L’ABC di un team che deve lavorare verso un obiettivo comune e come accaduto in grandi club del passato arriva ad allineare o a espellere le eventuali teste di minchia in automatico.

Manca un calciatore leader e aggiungiamo un allenatore che ha idee di calcio interessanti ma che si sta rivelando poco adatto al contesto e lento nel comprenderlo, se vogliamo poco flessibile nel proseguire in una strada che prendera` molto tempo e comporta rischi fortissimi,  il gioco e` fatto. Signori siamo ben dietro al Milan che ha una squadra di scalzacani e qualche buon giovane, un allenatore capace e scaltro all’interno di una proprieta` che non si  sa neanche chi sia, possibile che noi non si arrivi a un minimo di stabilita`?

La proprieta` a questo punto dovrebbe agire in piu` direzioni e velocemente, con l’individuazione di un uomo forte che conosca l’ambiente da piazzare in societa`, la rimozione di inutili figure di rappresentanza, un ragionamento accurato sulla guida tecnica e se mantenerla o cambiarla subito e cosa piu` importante su come liberare definitivamente dall’ingombro di certi personaggi una porzione dello stadio che dovrebbe essere adibita a tutt’altre frequentazioni. Questa cosa e` evidentemente complicata in un paese dove ancora non si arriva a capire che certo tifo organizzato andrebbe reso illegale in quanto ricettacolo della peggiore umanita` e vari livelli di criminalita` paludata da “sostegno” per la squadra e  poi, nessuna iniziativa si puo` prendere perche` tanto sono tutti corrotti ed e` tutto un magna magna (Cit.) e le cose sono irrimediabili.

Spero, la prossima rara volta che vorro` scrivere di Inter che sia per cose piacevoli, se ne sente ormai la mancanza da troppo tempo.

 

Se in un giorno d’estate un viaggiatore…note bavaresi

trip

Post che potrebbe sembrare passato di cottura ma tant’e`, un po’ le vacanze, un po’ il “pensa che ti ripensa”  sul come cambiare la destinazione d’uso di questo blog diventato un po’ troppo e indebitamente da “Football e dintorni”  “Inter e dintorni” , se ne sono andate un paio di settimane in piu` del dovuto per rimettermi a scrivere.

Ogni scusa e` buona per un indolente come me, diciamo che adesso ho trovato la forza e l’orientamento che forse portera`  a un “Dintorni e football” per il quale questo articolo ci sta tutto. Peraltro, segue quello della Brexit pubblicato al ritorno da un mio viaggio a Londra nei giorni pre-votazione, in questo caso coincide con un altro passaggio lampo, stavolta in Baviera, proprio a Monaco, giusto nella settimana successiva al pazzo che si e` messo a sparare per vendetta sulla folla inerme.

Eh si, capitano tutte a me si potrebbe pensare, in realta` il fatto e` che capitano a chi, per lavoro in particolare, ogni tanto deve viaggiare e lo fa in questo periodo alla volta di destinazioni europee.

Tanto per cominciare, appresa la notizia del fattaccio, che ero in autostrada in un venerdi` estivo alla volta del solito weekend al mare,  ascoltando la radio mentre pregustavo gia` la serata a cena con piacevoli amici, non ho comunque potuto far a meno di incazzarmi, di “sclerare” e di esternare mettendomi a rischio scomunica (e chi se ne frega sono ateo) tutto il mio disappunto e preoccupazione:

“Ma che cazzo proprio la` che ci debbo anda’  fra pochi giorni doveva capitare? Sembro pure un arabo (in termini fisiognomici) adesso vedrai i crucchi come innalzano i controlli e cosa mi tocchera` di subire..eccheccazz e la sfiga ci vede benissimo…e porc deqqua` porc dela` ”.

Sto evidentemente “edulcorando” e vi lascio immaginare mia moglie, la poveretta alla guida che tentava di tranquillizzarmi finendo invece per gettare altra benzina sul fuoco del razzista trasversale che e` in me.

Si, perche` sembrava almeno all’inizio l’ennesimo “combattente” immolatosi a nome e per conto dell’Isis, stavolta in Germania e francamente ne ho piene le tasche di sta gente e vi prego si astenervi dal ricordarmi che se le cose vanno in questo modo la gran parte della colpa e` degli occidentali, degli americani imperialisti e dei britannici e francesi colonialisti (e gli italiani no? e mettiamoceli che qualcosina abbiamo fatto pure noi) e dei loro misfatti.

Vivo nel 2016 e dico che e` tutto vero, ci sono delle circostanze storiche ma con uno sguardo ormai se volete cinico e egoista ma nel contempo scevro da ipocrisia e ripeto, trasversalmente razzista rispetto a tutto cio` che non mi piace o mi causa un problema, non me ne fotte neanche un po’ di andare a trovare delle giustificazioni a certi personaggi che sfogano rabbia repressa, follia  e mancata integrazione sotto una bandiera e peggio facendosi scudo di una religione.

Per fare un esempio e capirci ancora meglio, sarebbe come dire, per fare un paradosso, che siccome circa 70 anni fa gli americani hanno liberato l’italia dal nazifascismo, a me non debbano salire sugli zebedei ogni volta che fanno qualcosa (spesso) che non mi piace per pura gratitudine pregressa. Vivo il presente per cui sono intitolato a detestare cio` che non mi piace o cagiona al sottoscritto un disagio o addirittura un rischio, se non e` politically correct sticazzi, tanto per usare il francese, Le spiegazioni di certi fenomeni le lascio ai sociologi, io uomo della strada sono.

Fatta la sparata andiamo al dunque. Parto preoccupato da tutto non sapendo cosa potermi aspettare, nonostante si sia capito che trattavasi di squilibrato e non di terrorismo. Diciamo pure che non ha certo tranquillizzato l’altro episodio con un ameno personaggio armato di scimitarra (o era un machete?) sul treno sempre in Germania ma d’altra parte che debbo fare? Debbo pur mangiare e per farlo debbo lavorare e talvolta viaggiare.

Prima tappa (stra) in anticipo  perche` “chissa` cosa incontro” a Fiumicino, penso. Solito terminal da dove partono i voli nazionali della ex compagnia di bandiera e quelli per le destinazioni europee, mi aspetto non so quale forma estrema o sadomaso di controllo ma non c’e` molto di piu` del solito. Con check in fatto on line e bagaglio a mano disbrigo le varie formalita` in un amen.

Provvedo poi  ad anestetizzarmi con un po’ di bollicine all’abituale bar per ingannare l’attesa e mi guardo intorno.

Fiumana di gente in giro, forse un pelino meno del solito ma siamo in mezzo alla settimana e si sa che i vacanzieri si muovono molto sui weekend. Nulla di strano dunque. Volo regolare che piu` tranquillo e puntuale non si poteva ed arrivo in quel di Monaco. Cosa mai mi aspettera` qui, mi domando angosciato? Un bel niente, passo tranquillamente per l’uscita cittadini CEE come sempre senza che nessuno mi dica alcunche` ed agguanto un taxi alla volta dell’albergo.

Circa mezzora di tragitto, qualcosa di piu`, che mi da modo di scrutare in giro. Il tempo e` buono e la temperatura calda senza essere opprimente come in Italia ai primi d’Agosto. La citta` pare tranquilla ed ho l’occasione di ammirare il villaggio olimpico degli anni settanta, bellissimo e perfettamente funzionante per una quantita` incredibile di eventi che annualmente vi si svolgono, alla faccia di quelli che non vogliono Le Olimpiadi in Italia. Qui sono stati capaci di mantenere e capitalizzare sulle strutture costruite all’epoca per i giochi, ma si sa sono tedeschi, antipatici sinche` si vuole ma bravi e rigorosi.

Insomma, passo proprio nella zona del misfatto, piu` o meno dove il pazzo ha sparato, tutto normale e tranquillo. Faccio anche a tempo ad apprezzare la quantita` di bavaresi in bici  che utilizzano in ogni stagione l’infinito tracciato ciclabile.

L’Allianz arena oggi non e` illuminata, non si gioca. Ecco, proprio a pensarci bene l’unica minaccia che percepisco e` quella di Ancelotti a Monaco, i Weiss wurstel con lui in giro sono a rischio estinzione.

Salutato il tassista, chiacchiero amabilmente col portiere d’albergo che mi chiede come sia andato il viaggio ed io, il paranoico proveniente dallo stivale, immediatamente sospettoso mi interrogo sul significato recondito di una domanda che voleva essere solo una forma di cortesia e replico dicendo che non ho avuto problemi ma chiedendo a mia volta al ragazzo se sia realmente tutto “apposto”. Lui mi guarda con aria relativamente sorpresa ma compunta, e risponde inarcando il sopracciglio (alla Ancelotti, una maledizione) con un educato ma algido “of course everything is ok here in Munich”. Piglia e porta a casa sospettoso terrone che altro non sei, dico a me stesso.

Sistemato l’esiguo bagaglio esco in tenuta da turista per caso (polo e Bermuda) alla ricerca degli uffici dove dovro` recarmi il giorno dopo. Per come ho capito sono a meno di un chilometro e mi incammino con passo felpato.  Mi confondo “abilmente”  tra la gente, tedeschi e non che approfittando del tempo buono sono in giro o si apprestano a bere o mangiare una cosa nei tanti locali di questa zona.

Leopoldstrasse e` una grande strada importante per il business, ospita gli uffici di tante grandi aziende. Tutto molto ordinato e pulito, manco a dirlo. Arrivo in un batter d’occhio sotto agli uffici della mia compagnia e mi imbatto, tra le tante persone, in una collega italiana trasferita a Monaco un paio di anni addietro. Baci e abbracci e veloce caffe` perche` deve corrrere a prendere un autobus. Mi conferma che si trova bene, con il solo problema di digerire meglio la lingua. Non manca di rimarcare il fattore sicurezza, a dir suo una delle cose piu` belle della citta`, sottolineando la assoluta casualita` di quanto accaduto una settimana prima. Qui si vive bene, ci si diverte (si, i tedeschi amano divertirsi) e la qualita` della vita e` alta. C’e` un vero tentativo di integrazione e un ambiente sempre piu` multietnico.

Gli italiani sono stimati essere almeno quindicimila, quelli censiti, ovvio. Arriva l’ora che lei debba correre per zompare sull’autobus, per me e` il momento della cena. Scelgo un posto dove posso mangiare Wurstel, ottimi e prima che Ancelotti spolveri tutto, e innaffio con birra in un locale tranquillo con tavoli all’aperto in mezzo a tanta gente che ride, scherza e chiacchiera amabilmente e senza rompere i marroni al prossimo. Qui tutto e` compostezza, apprezzo assai.

Concludo con la passeggiata indietro verso l’albergo dove dormiro` saporitamente (per i miei standard significa quelle classiche 5 ore ben fatte). Insomma tutto ok, come e` tutto ok il giorno dopo quando conclusi gli impegni di lavoro ritorno senza scosse in aeroporto e da li senza nessun tipo di Gestapo al lavoro o controllo invasivo prendo il volo per Roma con puntualita` teutonica.

Mi sono scordato perche` ho scritto questo breve resoconto…ah si, da una parte per trasferire l’ansia e lo scazzo per la condizione generale in cui ci si trova dovendo pensare che qualcuno ti possa far saltare in aria da un momento all’altro e non potendo comunque evitare certi luoghi e certi viaggi.

Ci vuole comunque una buona dose di culo e sperare che non succeda a te e proprio a te ma d’altra parte che fare? Si puo` morire in casa scendendo dal letto a prescindere dal magrebino fondamentalista.

Debbo poi comunque dire che anche in questo viaggio ho continuato ad apprezzare il tentativo della gente di gestire la propria esistenza con normalita` e civilta`, in Germania molto evidente, cercando di vivere la vita sintanto che ci e` concesso come meglio possiamo.

Se questo sia solo apparente normalita` o meno non sono in grado di stimarlo…ma voi vedete altre opzioni?

Appunti “pre-possible” Brexit

UK

Nota per il lettore: ho scritto questo post un paio di settimane addietro, lo pubblico oggi quando finalmente si sapra` se i britannici rimarranno in Europa o meno, l’avvertenza e` dunque che quanto descritto potra` suonar, alla luce dei fatti odierni, quali che siano, datato. Buona lettura. 23/6/2016

Un altro giro e un’altra corsa, si dice dalle mie parti a significare che ci son persone, un po’ come il sottoscritto, che chiudono un capitolo e ne aprono un altro, immediatamente. Io lo faccio un po’ per lavoro, chiudo un progetto o come in questo caso un veloce viaggio di business e ne apro subito un altro.

E  c’e` chi invece decide che Il passo successivo puo` essere epocale, potenzialmente cambiando in meglio o in peggio, questo non sta a me giudicarlo e personalmente ho seri dubbi su entrambe le situazioni.

Parlo della potenziale Brexit, dato che son di ritorno da un viaggio lampo in Inghilterra compiuto a pochi giorni dal referendum per la permanenza o uscita del Regno Unito dalla comunita’ Europea.

Dicevo, non giudico e non so cosa puo` essere buono o cattivo, anche perche` inizialmente sostenitore convinto dell’unione, non nascondo che il tarlo del dubbio mi ha recentemente assalito, se stare da soli pure per noi Italioti semi-Renzizzati non sia meglio.

Boh, non sappiamo manco cosa voglia realmente dire uscire e quale sia l’iter, intanto stiamo a guardare e sono sicuro (come altri gia` fan capire) pronti  a uscire pure noi se solo ad un certo punto ci piace o ci par convenga.

Ben venga dunque un pesce grosso come battistrada, quale che sia la loro scelta e noi intanto alla finestra.

Seppure, i piu` catastrofici dicono che i britannici uscendo ci porterebbero comunque con se affogando L’Europa a prescindere dal nostro (e degli altri partner) eventuale  intento di mantenerla in vita.

Debbo ad onor del vero anche aggiungere che nonostante i tempi grami, i ritardi, gli scioperi e le minacce terroristiche che han portato a controlli moltiplicati, da Europeo verso le citta` di tutta Europa si continua a viaggiare proprio bene e facilmente.

Insomma per chi si muove e fa vari giri e corse, per chi commercia lavora in giro o intraprende, sta comunita’ un senso ce l’ha. Io sono arrivato da Roma a Londra con volo diretto, check in fatto on line, controlli giusti ma niente che non si possa sopportare con una semplicita` esilarante. E sono abbastanza vecchio da ricordarmi i tempi andati, prima di Shengen ad esempio.

Mi attende Il tassista, prenotato per portarmi in albergo. Mi aspettavo un pakistano o un indiano (normalmente questo lavoro intorno a Londra e’ di loro appannaggio) e si presenta invece uno che sembra un anglosassone di pelle bianca padrone di un inglese impeccabile.

Dovrebbe suonarmi un campanello di allarme, pero’ evito di approfondire. Inevitabilmente nel tragitto ci mettiamo a chiacchierare (una buona mezzora di macchina). Siamo nella settimana di Ascot, il festival delle corse dei cavalli, si quello dei cappellini strani  e vestiti variopinti delle signore. Mi trovo per caso proprio ad andare in quella zona, a pochi chilometri dall’ippodromo.

Mi dice il mio driver che per tutta la settimana sessantamila persone al giorno frequentano l’evento e dintorni, per la gioia  dei commercianti locali e lo scazzo degli altri residenti invasi, con tutti i problemi del caso, come ad esempio il traffico decuplicato.

Inevitabilmente, terminato l’argomento folcloristico si finisce a parlare di Brexit ed il mio tassista pur muovendo una serie di critiche all’unione  si rivela un sostenitore acceso del “Remain”. Interessante penso io, e nel frattempo scartabello nel telefono di lavoro per controllare la posta piu` urgente.  Ed ecco la sorpresa: trovo un msg della ragazza che mi ha organizzato il viaggio che mi fornisce i riferimenti del tassista.

Si chiama Francesco P., nome e cognome  italianissimi, a prescindere dall’aspetto ” very british indeed”.

E allora e` piu` forte di me e gli chiedo le cose usuali, scopro addirittura che e` nato in Italia e con i genitori e` andato via a sette anni, padre di Avellino e mamma della provincia di Bari, mi da pure un saggio del suo italiano-campano, ammettendo che parla piu` il dialetto che altro e poi inavvertitamente torniamo all’inglese.

Lui torna ogni anno in Italia per le vacanze, un legame solido con la penisola e i parenti, zii e cugini che continua a vedere e frequentare.

Chissa` se mi hanno mandato Francesco e non un altro per il fatto delle sue origini, altrimenti siamo di fronte a una originale coincidenza. Originale, neanche tanto a pensarci bene.

Ci salutiamo e mi auguro che il giorno dopo il mio tassista per tornare in aeroporto sia ancora lui.

In albergo, tra un po’ di lavoro da svolgere e un minimo di riposo (mi sono alzato alle 4:30 del  mattino) e` tutto un piacevole osservare gente che e` qui per Ascot, apprezzare la tradizione ed il vestiario caratteristico di persone che rientrano  dal “day at the races” , uomini compresi, con abito elegante e cilindro d’ordinanza. Qui ad “orecchiare”  ai discorsi dei clienti nessuno parla di Brexit, si  parla di corse,  di quel certo cavallo e di quanto quota, di chi e` il proprietario, cose da “verde “ tradizionale campagna inglese.

Il clou arriva a cena, quando il mio tavolo finisce per essere vicino a quello di un signore distinto con moglie, che i camerieri hanno aria di conoscere bene, che viene apostrofato come “il Generale”.

Ora che lo sia o meno, o data l’eta lo sia stato non saprei ma la deferenza con cui viene trattato, la postura diritta e lo sguardo, fanno pensare a un militare di carriera, chissa` magari in cavalleria. E di nuovo ascolto le chiacchierate e gli scambi di opinioni con persone che si fermano al suo tavolo su questa o quella corsa,  lui e` qui solo per i cavalli, anzi ne ha uno che gareggia il giorno dopo.

Brexit o non Brexit? Boh il tempo in questa landa si e` fermato. In tv campeggia la regina Elisabetta, appassionata di cavalli che segue tutta la settimana, tutti i giorni,  vestita di uno sgargiante giallo.

Non so, forse sono un britannico nato troppo a sud come Alberto Sordi in “Fumo di Londra”, pero` qui mi trovo assai bene.

L’indomani nel condurre il workshop scopo del mio viaggio,  altro incontro con un Italiano-Inglese, un mio collega, questa volta figlio di emigrati italiani ma nato in Inghilterra e con ancora meno abilita` linguistiche in Italiano di Francesco il tassista.

A vederlo muoversi anche lui lo prendi tranquillamente per un indigeno, per come e` vestito, per l’impeccabile accento inglese e il tenore delle conversazioni, battute in perfetto british humor incluse.

Insomma L’isola sara` ancora tale ma la sensazione che si respira e` di una magnifica convivenza di etnie, vera, forse Londra uno dei rari posti in Europa, che comunque non ha scalfito le antiche tradizioni. Ascot sta li a dimostrarlo.

Ne trovo ulteriori conferme persino in aereporto dove vengo riportato da un tassista che ancora una volta non e` un pakistano ma un native british… Il pakistano e` il padrone della compagnia di taxi…e nessuno se ne lamenta realmente.

Allora mi chiedo cos’e` tutta sta storia della Brexit? Cui prodest in un posto di siffatta integrazione? Misteri dell’animo umano.

Sassuolo – Inter 3-1, una degna chiusura

marameo

(Temporada 2015/16, 14 May )

67

Il match

Ok, ci siamo presentati in campo senza Handa, Miranda, Medel, Perisic e Icardi, per un motivo o per un altro non c’erano. Chi ha scelto le vacanze anzitempo, chi infortunato. Se vogliamo senza nulla per cui competere e a giochi fatti. Non va bene, innanzitutto perche’ evidentemente chi gioca meno in momenti di decisione di riconferma o meno dovrebbe dimostrare qualcosa, poi perche’ ad ogni modo anche da queste situazioni si giudica lo stato generale del programma, il carattere, la mentalita’, la qualita’ della rosa. E, francamente non sono del partito eventuale dello “scansamoce” per biscottare il Milan, peraltro per come stanno messi alzi la mano chi pensava ce ne fosse bisogno. Pensa poi se per colmo di culo vincono la coppetta…

Sono tante le cose da considerare e tutto sommato i nostri hanno giocato un trenta minuti neanche tanto indecenti, di ritmo e corsa contro un avversario motivato e ben messo in campo. Il problema, il fatto preoccupante e’ la capacita’ di fare seppuku, di suicidarsi da soli emersa anche ieri con errori individuali enormi, non sono sicuro che questi qui sappiano migliorare su certe cose: sul primo goal Brozovic entra a recuperare un pallone, in scivolata, gli rimane sotto e i due centrali, JJ in primis non hanno la prontezza di prenderlo prima di Politano, altro carneade glorificato dalla beneamata. Tiro, deviazione che spiazza il portiere, goal. Secondo goal, pallaccia persa con Murillo che va di testa quando non puo’ prenderla e poi rimane steso a far finta di essersi fatto male, difesa piazzata in modo discutibile, palla che attraversa tutta l’area senza che nessuno metta una pezza, goal. Il terzo, Politano che e’ dieci centimetri piu’ basso passa davanti a Telles che guarda solo la palla, goal.

Ripeto qui ce ne sono alcuni che fortuna non rivedremo il prossimo anno ma non basta.

Sorvolo su un goal buono,date le assurde regole attuali, annullato e sulle espulsioni di uno (Murillo) che comunque agisce da cretino, per delitto di lesa maesta’ all’ultima di campionato in stile balneare. Meglio Nole-Nishikori sull’altro canale, ho cambiato per nausea e per le inquadrature alla disgustosa (ammazza quanto e’ brutto) faccia soddisfatta di Squinzi.

Termina il campionato e termina questa rubrica, giunta al suo terzo anno. Penso sia ora passi agli archivi, quelli definitivi, non riaprira’ i battenti. Il blog invece continuera’ sotto altra veste probabilmente, ora ci penso. E’ stato bello ma faticoso, ed e’ giusto evolvere. Grazie alla mia nicchia di lettori per l’attenzione e l’affetto, continuiamo a tifare questi sciamannati sperando in meglio o per i non interisti (molti dei miei lettori non lo sono) ad appassionarci al calcio.

Voto alla squadra: 5

Carrizo 5

Citofonare Juan Pablo.

Radu sv

Telles 3

Politano pare Pele’, l’anticipo di testa l’antitesi del calcio.

Nagatomo sv

JJ 5

Dormi sul primo goal invece di uscire a calciare il pallone.

Murillo 3

Cominci scivolando come non si conviene a un difensore e finisci in anticipo dopo aver dato il tuo contributo su almeno un paio dei goal del Sassuolo.

DellaGiovanna s.v.

D’Ambrosio 5

Continuo a dirlo, un giocatore che puo’ stare in rosa ma non a fare il titolare.

Brozo 5,5

Sfigato nel frangente del primo goal, troppe imperfezioni per il ruolo che ricopri.

Melo 5,5

Navighi di mestiere in mezzo alla partita.

Kondo 5

Male tra palle perse e iniziative inorganiche al movimento di squadra.

Eder 5

Che t’avemo comprato affa’?

Jovetic 5,5

Tra personalismi eccessivi, qualche bella iniziativa, finisci lentamente avviluppato nel tran tran generale.

Palacio 6

Almeno un paio di occasioni dove non tiri in porta quando puoi, in generale una buona gara condita da un goal.

Mancini 5

I limiti sono limiti e d’accordo, pero’ io di far figure barbine non ne posso piu’. E tu?

Inter – Empoli 2-1, arrivederci a S.Siro

inter

(Temporada 2015/16, 7 May )

67

Il match

Per l’ultima a S.Siro di quest’anno in campo c’è una squadra organizzata e compatta che gioca al calcio molto bene e una no. Una che fa della tecnica e del fraseggio anche nello stretto il suo marchio di fabbrica e una no. Una che conosce il significato dei movimenti senza palla e dei cambi di campo e una no. Ma quella che misconosce i fondamentali del calcio ha un potenziale complessivo nel capitale umano dispiegato sul campo molto superiore e alla fine accade che vinca, sfruttando un paio di imperfezioni e errori individuali in un meccanismo avversario che altrimenti sarebbe stato perfetto come quello di alcune grandi squadre. Una ha un allenatore rudemente orgoglioso e verace da buon abruzzese, il bravissimo Giampaolo, l’altra un uomo denso più di medaglie che quest’anno purtroppo di buone idee calcistiche. Insomma quella che gioca bene e per larghi tratti domina la partita, lasciando solo le transizioni e poc’altro all’avversario e’ l’Empoli, l’altra l’Inter. E’ così evidente la lacuna, la tara di quest’anno di una buona squadra, sempre l’Inter che però ha avuto un difetto di costruzione incolmabile nella mancanza di un uomo d’ordine vero che dettasse con personalità i tempi che non vale la pena di starla a rimarcare. Chiudiamo dove ci spetta, quarti e sapendo dove mettere le mani, se riusciamo a trattenere i giocatori fondamentali mentre alcuni che non lo sono blaterano già in giro, vedi Handanovic che se qualcuno lo vuole se lo venisse a prendere o Jovetic che ha fornito l’assist per cominciare a pensare a come disfarsene alla moda di Shaquiri.

Voto alla squadra: 5,5

Handa 6

Qualche buona pezza messa anche oggi.

Nagatomo 5,5

Manca sempre qualcosa o in attacco o dietro, il giocatore è questo di più non si può avere.

JJ 5

Inutile che ti incazzi se ti fanno notare che razza di goal ci hai fatto prendere, una buona chiusura precendente ti salva dal 4 che era d’uopo.

Miranda 6

Buono seppure ormai in fase calante da un mesetto.

D’Ambrosio 5,5

I tempi di gioco ci sono è il piede che non è morbido.

Brozo 6

Correre, a volte fare casino e sbagliare l’ovvio, comunque un fattore.

Melo 5,5

Dopo la cura di bromuro un po’ meglio, però come quando gioca la tua controfigura Medel dico che serve altro.

Kondo 6

Sempre più padrone della situazione e in progresso.

Icardi 6,5

Peccato per l’infortunio e il goal che se lo avessi fatto cadeva lo stadio, in ogni caso una pera nel sacco finisce comunque e l’azione del raddoppio ti vede protagonista.

Biabiany 5,5

L’antitesi di Perisic, mai che punti un uomo per saltarlo, la potenza è nulla senza la tecnica.

Perisic 6.5

Arma impropria che fa saltare il banco, spero riusciamo a tenerti, la vedo dura.

Jovetic 5,5

Fumoso, anche se sai muoverti bene tra le linee.

Eder 5,5

Bah.

Medel sv

Mancini 5,5

Hai fatto il tuo ne più ne meno con il quarto posto, ora vediamo di evitare un’altra rivoluzione please.

Lazio – Inter 2 -0, saldi di fine stagione

saldi

Temporada 2015/16, 1 Maggio)

64

Il match

Se c’e` una cosa che detesto sono queste partite di fine stagione che quasi nulla hanno da dire e presentano giocatori con la testa ad altro, prossime vacanze incluse. Succede soprattutto nel campionatuccio italiano e con squadre (come l' Inter) abbastanza infarcite di latini e slavi. E` culturale e di pessima cultura, lasciatemi dire,  peraltro questi qui con quello che incamerano non avrebbero nessun motivo di fare festa seppure sia il primo Maggio, giornata in cui si celebrano i lavoratori. Quelli veri non loro.

Copione della partita gia`scritto e gia`visto, pronti via becchiamo un goal che neanche all'oratorio si permettono certi 1/2 al limite dell'area, da uno che ha 40000 anni e continua a segnarci, una cosa ridicola. Da li in poi loro a far densita` e ripartire e noi con il nostro “palleggio” stanco e lento che tentiamo con neanche troppa convinzione di riprenderla. Una marea di errori banali e palle perse, soprattutto in uscita, che costano carissimo (tutti e due i goal presi) e una stipsi tecnica che non permette di far gioco, una fatica incredibile nel creare qualcosa e trovare la porta, bene o male come in tutto l’anno, corroborata da difensori centrali sotto stupefacenti. Quello che bisogna fare per migliorare questa squadra mi pare chiaro, non e` una rifondazione ma non e` neanche poco, considerando che si cercano profili tipo il centromediano che son merce rara e che i due migliori giocatori in rosa, Jovetic e Icardi, e` un dato di fatto che non si combinino bene tra loro.

Voto alla squadra: 4,5

Handa 5,5

Due ritirate dal sacco, la prima sedendoti per terra. Mediazione del voto con un paio di buoni interventi che allungano il brodo e la malinconia latente.

Nagatomo 5,5

Con Candreva la partita e` complessa e mette a nudo alcuni limiti, non organici o tecnici, di presenza di spirito.

Murillo 4

Partita orrenda, esci fuori tempo sul primo goal e questo spiazza il reparto, becchi due cartellini su due entrate totalmente asincrone e sghembe di cui una causa rigore e chiusura partita.

Miranda 4,5

Poco meglio del compare difensivo, svirgoli palloni in area, entri in ritardo, o sotto l’effetto di funghi spichedelici o con la testa a vacanze e “copa America”.

D’ambrosio 5

Discreta bambola con Keita e poco sveglio nel chiudere sul primo goal.

Brozo 5,5

Secondo tempo da centrocampista centrale discreto, primo brutto da adattato in fascia destra.

Medel 4

Uomo invisibile, neanche a contrastare oggi, e` li in mezzo che serve uno pratico (basta guardare al dirimpettaio Biglia).

Kondo 6,5

Rara nota lieta, una forza bestiale, in grado di fare i break e ora che sei tranquillo piu` padrone della tecnica.

Icardi 5

Un po’ di sbattimento quello si, ma anche una partita poco incisiva nella tua zona di confort, l’area. Mal supportato dai partner ma qualcosa in piu` dovevi fare.

Biabiany 5

Neanche colpa tua se ti mettono per fare l’ala e ti ritrovi terzino per la ragion di stato.

Perisic 6

Secondo tempo sei  quello vero, quando finalmente prendi palla fronte alla porta e non di spalle con una carogna che ti monta sistematicamente addosso.

Jovetic 5

Troppo lezioso e individualista, come d’abitudine in debito di ossigeno dopo i primi 50/60 minuti, autonomia troppo ridotta.

Eder sv

Continuo a non capire.

Palacio 4,5

Bella la palla persa da  cui parte il rigore, stavi dormendo alla grande e portavi le pantofole di peluche…

Mancini 5

Oggi abbastanza vittima dei tuoi calciatori, corretto il cambio di Medel, meno altre scelte come il fatto che entri Biabiany. Se poi oggi questi si suicidano dolcemente pero` un minimo di responsabilita` per non riuscire a tenerli sulla corda ci sara`, o no?

Inter – Udinese 3-1, con quei colori un po’ così

Interud

Temporada 2015/16, 23 Apr)

64

Il match

Concordo in pieno con chi dice che questa sia per noi una delle squadre più sgradevoli da incontrare, e per i colori che tristemente ricordano la televisione anni settanta a transistor e, peggio ancora, quelli di Torino, nostra nemesi centenaria. Poi, lo dicono i risultati, se dal 2010 che forse vi ricorderete che razza di anno sia stato per noi, non li battevamo in casa, si riesce presto a mal digerirli. Come dunque ormai nelle recenti tradizioni ecco che impostiamo un bel fuorigioco a palla libera e becchiamo il classico goal all’inizio partita. Anche bello, il goal, per quelli non emotivamente coinvolti. Così si comincia faticosamente a remare con loro che giocano il match che avevano preventivato, chiuso e tosti e veloci a ripartire, con due attaccanti che obiettivamente sono di buon livello. La fatica e’ sempre la solita, quella che parte da un’impostazione macchinosa e poco rapida della manovra e consente agli avversari di schierarsi senza troppi problemi. Se poi ci mettiamo che oggi abbiamo anche in campo gente che davanti alla porta rigetta l’opportunità di tiro, il gioco è fatto. Come si conviene il pareggio arriva su una giocata singola di uno di quelli che comunque ne ha di più, Icardi che si porta a spasso il marcatore in area e offre una palla perfetta da spingere a Jovetic. Tutto a posto, c’è ancora il secondo tempo da giocare. E il canovaccio non cambia con loro pericolosi nel ripartire almeno un paio di volte e cogliendo un legno e noi che mettiamo le energie residue a cercare di portarla a casa. Tra un brivido e l’altro alla fine la vittoria arriva, non sarebbe stato carino perdere la prima al cospetto dei nuovi investitori e forse prossimi padroni.

Voto alla squadra: 6

Handa 6,5

La parata alla fine vale assai, sfiorato un altro psicodramma.

Nagatomo 6

Molta corsa e molti cross, non sempre perfetti ma il contributo si sente.

Murillo 6

Un’altra partita giudiziosa contro avversari tutt’altro che facili.

Miranda 5,5

Il goal udinese è abbastanza sulla tua gobba, in primis perchè sei tu che comandi la difesa e a palla libera si scappa indietro, secondo perchè sei nella posizione di dare copertura e ti muovi in ritardo.

JJ 5,5

Come terzino spingi poco e male causa limiti tecnici e poi ti fai saltare come un birillo e veniamo salvati dal legno.

D’Ambrosio sv

Brozo 6

L’impegno e la corsa non mancano mai, oggi anche diverse buone idee.

Melo 6

Da quando ti hanno dato il bromuro va meglio.

Kondo 6,5

In costante progresso, quello capace con la sua forza del break che crea superiorità numerica.

Icardi 6,5

Una partita al servizio degli altri, condita da un assist di pregio.

Biabiany 5,5

Combinazione di molteplici giocate sbagliate, incluse le due volte che rifiuti il tiro solo davanti al portiere e l’assist del secondo goal, prima del quale ti avrei ammazzato.

Perisic 6

Bell’impatto quando buttato in campo, con un paio di giocate di alto livello

Jovetic 7

Due goal e oltre a questo quella capacità di muoverti tra le linee che ricercavamo e quest’anno è troppo spesso mancata.

Eder 6

Dulcis in fundo, e’ arrivato pure il goal dell’oggetto misterioso.

Mancini 6

Quest’anno delle rotazioni non necessarie non ne veniamo a capo, comunque i tre punti ci sono e stasera anche dei cambi coraggiosi. Sul due a uno comunque Mourinho a blindarsi ci avrebbe messo un secondo, togliendo un’ala che faceva il terzino o rinforzando in mezzo.

Genoa – Inter 1-0, Gasperino colpisce ancora!

gasp

(Temporada 2015/16, 20 Apr)

61

Il match

Bene, siamo riusciti un’altra volta a servire la vendetta personale sul piatto di questo insulso personaggio. Gasperini che interpreta come Gasperino er carbonaro nel Marchese del Grillo un ruolo che non gli spetta, ovvero quello dell’allenatore, ci ha purgato ancora. Quest’anno a dire il vero la sconfitta e` frutto di uno specifico errore individuale di uno che non doveva secondo me essere in campo e di una serie di imprecisioni sotto porta avversaria. In particolare nel primo tempo sono almeno 5 le occasioni grosse come una casa e nemmeno una si trasforma in goal, come sempre troviamo la riserva del portiere titolare che si erge a protagonista salvo nella prossima buttarsela dentro da solo come accaduto a tale Consigli del Sassuolo  in varie partite, dopo aver parato tutto a S. Siro contro di noi. Insomma, per una ovvia legge del calcio se getti le opportunita` poi ti castigano (cit), ad onor del vero in una partita non giocata neanche male dove rispetto all’ultima a Genova dello scorso campionato almeno non accettiamo troppo la caciara tipica delle squadre di questo tizio e occupiamo discretamente il campo. Certo, poi vengono fuori anche i difetti di capacita` e di personalita` per cui la cifra di questa squadra ad oggi e` che sia capace di grandi prestazioni come di imbarcate. E`sulla costanza di prestazioni e risultati che si dovra` lavorare e per farlo intanto bisogna cercare di non cedere i migliori e poi puntellare con tre acquisti mirati, uno per reparto.

Ne saremo capaci?  ai posteri la sentenza e a Gasperino che e` una nostra maledizione personale auguriamo quella di Montezuma sottolineando che comunque noi siamo L’Inter e lui non e` un cazzo (cit.).

Voto alla squadra: 5,5

Handa 5,5

Un paio di belle parate, una da sdraiato in controtempo, il fatto pero` e` che vai a battezzare una palla che andava fuori mandandola in angolo, da cui il goal avversario. Niente sufficienza.

D’Ambrosio 5,5

Una gara nella quale forse la sofferenza con i laterali avversari e` un po’ troppa.

Murillo 6

Tieni bene la posizione, senza sbavature difensive e quando ti avventuri avanti alla Lucio lo fai anche bene.

Miranda 6.5

Partitona, giocatore imprescindibile.

Telles 4

In totale sofferenza nella catena di sinistra con il partner (Perisic), in spinta niente di buono e in difesa ci fai prendere goal tenendo in gioco tutti e perdendoti l’uomo.

Brozo 5,5

Una partita buona e una no, oggi abbastanza impreciso e forse anche in debito di ossigeno a un certo punto, patisci abbastanza il pressing delle zecche genoane.

Medel 6

Tenuto la posizione dicrestamente, solita buona diga di centrocampo

Melo 6

Come Medel, piu` o meno.

Icardi 5,5

Partita non positiva, stavolta la magia di buttar dentro quel poco che ti arriva non riesce (a dire il vero oggi neanche troppo poco, due occasioni di testa e una su un taglio).

Palacio 6

Inzio pessimo poi ti ergi a protagonista con dei tagli che fanno a fette la difesa avversaria. Non tiri piu` in porta…

Perisic 5

Partita difficilissima con l’avversario diretto che ti contiene e riparte, un paio di giocate decisive effettuate in ritardo,  forse il cambio andava fatto prima.

Jovetic sv

Eder 5

Mi ricordi Recoba quando entrava dalla panchina scrollandosi i rimasugli di torrone dalla maglia…Ma quello oltre alla panza aveva una classe e dei colpi che tu te li sogni.

Ljiaic sv

Mancini 5

Cambi tardivi e formazioni iniziale che risente di una rotazione non necessaria all’inizio del match, tolto Kondo in squalifica dovevano andare in campo gli stessi della partita col Napoli e semmai i cambi arrivare dopo a pile di qualcuno esaurite. Bel colpo di mercato Eder, ci costa piu` di quello che si mangia (goal compresi) che di ingaggio e prezzo da pagare a Ferrero (quello della Samp non quello delle merendine...)

 

Inter – Napoli 2-0, cento di queste sere

mancini e Sarri

(Temporada 2015/16, 16 Apr)

61

Il match

Con questi tre punti valichiamo anche la fatidica quota dei 60, è bene forse ricordarsi che lo scorso anno abbiamo raschiato il fondo chiudendo a 59 e quello prima con il soggetto di San Vincenzo che era arrivato quinto a 60 non era poi andata tanto meglio. Qui ne mancano ancora cinque alla fine quindi nonostante tutto il progresso è netto se consideriamo quali fossero le premesse. Poi siamo stati ottimisti e speranzosi, forse un po’ troppo e oggi siamo dove ci spetta. Con un Napoli al netto di Higuain ce la possiamo giocare e lo sapevamo gia’ dalla Coppa Italia, la cosa che lascia piu’ ottimisti comunque è che finalmente si comincia a veder un’intelaiatura che poteva pero’ (e doveva) arrivare prima. Non ci voleva la chiromante a capire quale fosse la squadra.

Per la partita, si mette subito sui giusti binari con un gran goal in fuorigioco di Icardi, che tecnicamente è cosi’ bello che si faceva fatica ad annullarlo. Poi il Napoli ha il predominio del palleggio e le sue trame son sempre piacevoli e precise, ma se vogliamo sempre quelle, con una mezza marcia in meno e come detto senza il castigamatti. Sul piano della densita’ e della fisicita’ non c’è partita e la controlliamo relativamente bene sino a quando la linea alta napoletana non salta di nuovo come un tappo di champagne e allo scadere del primo tempo arriva il 2-0, classicamente un taglia gambe. Seconda frazione in comodita’ e tranquillità, una volta tanto. Una discreta Inter direi.

Voto alla squadra: 6,5

Handa 6,5

Una parata che non sai neanche tu e poi un’altra su un tiro da fuori. Qualche bella uscita alta.

D’Ambrosio 6

La cattiveria agonistica non manca.

Murillo 6

Tornato nelle ultime prestazioni ad uno standard adeguato, qualche rischio di troppo ma ti disegnano cosi’.

Miranda 6.5

Il leader del reparto difensivo, preciso e generalmente molto attento.

Nagatomo 6

La forma fisica del momento e’ importante, bene in difesa e anche in spinta, poi i cross risentono talvolta del piede un po’ a blocchetto.

Brozo 7

Partitona, goal corsa impostazione, anche un gran assist. Giocatore ovunque che piu’ di tutti mi ricorda il grande Deki che forse solo in porta non lo hanno schierato.

Medel 6

Tattico e lucido con molta garra.

Kondo 6,5

Una bestia che solo ora comincia a scaldarsi, hai tritato tutto e tutti.

Melo sv

Icardi 7,5

Altro goal metafisico e assist, piu’ un sacco di buone giocate per la squadra.

Perisic 6

Sempre bravo tatticamente e poi uno che punta costantemente l’uomo è fondamentale.

Jovetic 6,5

Una bella gara anche di sacrificio e ottime intuizioni tra le linee.

Biabiany sv

Palacio sv

Mancini 6,5

Partita preparata bene e facilitata dal goal dopo 4 minuti, non hai fatto danni coi cambi e questo pure conta.